La Basilica di Santo Spirito è retta dalla Provincia d’Italia dell’Ordine di Sant’Agostino attraverso la Comunità di Firenze.
L’Ordine di Sant’Agostino è nato in Italia ed in essa si è sviluppato. La sede Generalizia è a Roma, così come la Sede del Consiglio Provinciale dal quale dipende la Comunità Agostiniana di Firenze.
Storia della Comunità Agostiniana di Firenze
Nel 1250 Spinello Accolti e Omodeo di Guido, vendettero al frate Aldobrandino, agostiniano e priore del Convento di S. Matteo a Lepore in Arcetri, una casa, della terra e delle vigne; la proprietà si trovava nella zona dell’attuale quartiere di S. Spirito. Gli Agostiniani divennero subito, con il loro oratorio e la piazza antistante, un importante punto di riferimento, non solo religioso, ma anche culturale, per la popolazione. Ma la chiesa non era ancora costruita. Solo nel 1269 furono effettuati i primi pagamenti per l’edificazione. Già nel 1292 vennero ampliati il complesso conventuale (diverso da quello attuale) e la piazza.
Il complesso di S. Spirito, fin dai suoi inizi (il 28 agosto 1397, festa di S. Agostino, fu decisa la edificazione di una chiesa per i frati eremitani di S. Agostino; un lavoro durato diversi anni perché in effetti si iniziò a costruire nel 1434), si inserisce in un rapporto diretto con Firenze, le sue vicende, la sua storia e cultura. L’Ordine Agostiniano, giuridicamente nasce nel 1256 e in Toscana aveva una grande forza ed entusiasmo nel diffondere il patrimonio spirituale di S. Agostino. E gli Agostiniani di S. Spirito in circa trent’anni riescono a portare la loro fondazione all’avanguardia nell’Ordine e a proporsi alla realtà politica e letteraria del tempo. Santo Spirito ha contatti con Petrarca e Boccaccio, ma anche all’interno del convento ci sono figure di grande rilievo, come Dionigi da Borgo San Sepolcro (che il 14 aprile 2012 gli ha dedicato la biblioteca Comunale), che per primo conobbe il Petrarca, primo padre dell’Umanesimo, e insegnò all’Università di Parigi e amico di Roberto re di Napoli. Il re volle Dionigi a Napoli, dove conobbe anche il giovane Boccaccio, il quale lo chiamerà sempre: “il reverendo mio padre e signore maestro Dionigi”. Tra il Petrarca e Dionigi, non si trattò solamente di una relazione superficiale e di conoscenza esterna, ma l’agostiniano ebbe una forte influenza sullo spirito del poeta attraverso S. Agostino, di cui gli aveva regalato le Confessioni.
Il Petrarca ha anche contatti con l’agostiniano Luigi Marsili, uomo dottissimo, di profilo “umanistico”. Il Marsili raccolse l’eredità spirituale del Petrarca, amerà la sua cultura e venererà la sua persona; nelle sue lettere lo chiamerà infatti “lo mio signore”.
L’opera degli agostiniani, ed in particolare del Marsili, si inserisce in un contesto civile e in una convinzione interiore che vuole varcare un tecnicismo scolastico delle tradizionali scuole ecclesiastiche e religiose per aprirsi a nuove ma antiche sorgenti, ad un nuovo tipo di insegnamento e di scuola che porti la cultura nel mondo laico e civile.
Fonte: Elena Capretti, Guida della Basilica di Santo Spirito, Basilica di Santo Spirito 2012