Il frate agostiniano che dialogava con i filosofi e gli uomini di scienza, ma anche con la gente semplice del quartiere. Sabato 19 ottobre amici e allievi si ritroveranno nella basilica di S. Spirito
Il centenario della nascita di Padre Gino Ciolini non passerà senza un ricordo. Allievi, amici e fedeli si ritroveranno sabato 19 ottobre alle ore 18 nella Basilica di Santo Spirito, dove l’attuale priore padre Giuseppe Pagano celebrerà una Messa.
Anche per i grandi maestri di spiritualità la buona semina si misura dal raccolto. Ricco è sicuramente quello che, a 14 anni dalla morte (14 marzo 2005) registriamo a Firenze e in Toscana per il frate agostiniano che dal 1945 al 2003 è stato il grande custode del convento di Santo Spirito e a lungo anche Provinciale del suo Ordine, ma soprattutto instancabile animatore del dialogo tra fede e cultura, sempre alla ricerca della verità. E proprio per il suo impegno culturale insignito nel 1995 dal Comune di Firenze del Fiorino d’oro, al quale si è aggiunto nel 2003 il Premio Città di Firenze.
Padre Ciolini era il simbolo dell’Oltrarno per le battaglie contro il degrado che purtroppo si perpetua davanti alla Basilica, il religioso che parlava con i filosofi e gli uomini di scienza più che disquisire con i teologi, ma anche con la gente semplice di un quartiere popolare nonostante la presenza di una nobiltà attiva, amico di La Pira e confessore di Nicola Pistelli.
Insegnante di religione per 23 anni al liceo classico Michelangiolo, padre Gino è stato altresì docente allo Studio teologico fiorentino (ora Facoltà teologica) e all’Istituto patristico agostiniano di Roma: con molti dei suoi studenti ha stretto legami durati a lungo anche fuori dalle aule, dando loro autentiche lezioni di vita. Dunque ha formato intere generazioni di intellettuali e professionisti.
Negli anni della secolarizzazione e della scristianizzazione, prima e dopo il Sessantotto, proprio tra i giovani padre Ciolini passava gran parte delle sue giornate. Al liceo Michelangelo (ce lo ha ricordato Marco Vannini nel bel libro «La fede pensata») era considerato dai suoi studenti non tanto l’insegnante di religione che dava affidamento con il suo saio nero, che rendeva le sue lezioni ancor più solenni, ma un amico schietto e colto con il quale confidarsi sulle problematiche e le insicurezze dell’età giovanile; un maestro con il quale parlare liberamente di marxismo, Freud, Teilhard de Chardin.
Proprio per dare una spinta per rimuovere le cause della nascosta insoddisfazione sociale, nel 1979 padre Ciolini pensò di ridare vita ai «Convegni di Santo Spirito», in analogia a quelli che secoli addietro avevano fatto nascere la straordinaria vicenda dell’umanesimo fiorentino. Per venti anni con la sua ispirazione i Convegni si sono sviluppati, in un pluralismo a più voci, con tematiche legate non solo al pensiero di Sant’Agostino, ma orientate – attraverso la filosofia e la teologia – a dare risposte agli interrogativi del nostro tempo con relatori di prestigio come Massimo Cacciari, Marco Vannini, Eugenio Garin, Sergio Givone, Mario Luzi, il cardinale Silvano Piovanelli, monsignor Bruno Forte, Maurilio Adriani, Sergio Moravia, Giorgio Saviane, Sergio Zavoli, Sergio Cotta, per citarne alcuni. E ancora oggi i Convegni di Santo Spirito continuano con una chiave di lettura moderna – proiettata sull’Arte e la Storia della Basilica, oltre che sulla spiritualità agostiniana – sotto la guida del priore, padre Giuseppe Pagano.
A. L.
Toscana Oggi