Dall’8 dicembre 2024 al 2 febbraio 2025, la Basilica di Santo Spirito ospiterà il presepe realizzato da Mariano Pieroni (Terracina 1934 – Firenze 2023), un’opera straordinaria frutto della sua fantasia e dedizione. Questo presepe, realizzato tra il 1980 e il 2012, è una libera e fantasiosa rappresentazione della Natività, che unisce le suggestive chiese e i palazzi antichi di Firenze a casette semplici, inventate e costruite con amore e creatività per dare vita a una scenografia unica e affascinante.
La presentazione speciale si terrà il 7 dicembre alle ore 12:00, con un’introduzione curata da Filippo Pieroni, figlio di Mariano, e Padre Giuseppe Pagano, che racconteranno il valore artistico e personale di questa opera.
L’inaugurazione ufficiale è prevista per l’8 dicembre, in due momenti: alle 10:30 e alle 18:00.
Un’occasione unica per immergersi nella magia del Natale attraverso l’arte, la tradizione e l’immaginazione di un uomo che ha saputo trasformare il legno in una storia da raccontare.
La Storia del Presepe di Mariano Pieroni
Un viaggio tra tradizione, fantasia e amore per l’arte.
Questo Presepe è stato messo in scena attorno a ciò che nostro padre, per noi affettuosamenteMariano da Terracina, ha costruito tra gli anni ’80 ed i 2012 e vuole essere ancor oggi, come lo era per lui “ieri”,
“una libera e fantasiosa rappresentazione della Natività, con Chiese e Palazzi antichi di Firenze e con casette semplici, inventate e costruite per fare il Presepe”.
Senza alcuna ambizione e pretesa quindi di voler restituire Firenze, le sue strade o le sue piazze, abbiamo concepito questa nuova scenografia appositamente per l’occasione odierna, inserendo, attorno al suo immenso sforzo, alcune nuove costruzioni e nuovi scenari, allo stesso modo con cui lui, ogni anno facendo il presepe, inseriva una nuova costruzione appena terminata.
PREMESSA
Vi sono delle “licenze poetiche” nello scenario. Abbiamo voluto inserire quasi tutto ciò che nostro padre ha prodotto e che veniva da lui, a turno, utilizzato per il Presepe di casa. Mariano è arrivato a Firenze da Terracina per cui una prima licenza è quella di aver realizzato l’acquedotto romano e la cassia, resa antica, e che arrivava, ad onor del vero, a Porta Romana e non alle due porte presenti. Ma lo scenario è appunto fantasioso. La seconda licenza è proprio perché Mariano veniva da una città di mare ed aveva realizzato il Veliero, è aver realizzato uno “specchio d’acqua”, che sia fiume o mare è per noi indifferente. L’ultima è aver messo in risalto la Badia Fiesolana, poiché papà riposa in pace a Fiesole.
La storia di Mariano e del suo Presepe.
Alla fine degli anni ’60 i nostri genitori, Mariano e Marisa, si trasferirono da Roma a Firenze per via del lavoro di nostro Padre.
Ad ogni Natale, mentre nostro nonno Amedeo era intento a costruire il Presepe a Roma in vista dell’arrivo di tutte le famiglie per il giorno di Natale, nostro Padre non mancava nel costruirne uno, con il nostro aiuto, come da tradizione anche qui a casa a Firenze.
All’epoca, tra gli anni ’70 e gli anni ’80, i materiali da lui utilizzati erano i più comuni.
Il verde e profumato muschio e la corteccia di Quercia venivano prelevati nel bosco a San Polo in Chianti dove nostro padre, dopo aver comprato un terreno impervio, era riuscito a costruirsi un casetta di campagna con l’aiuto di un muratore.
Nei primi anni ’80, dopo aver venduto San Polo per comprare casa a Firenze, Mariano si trovò sprovvisto dei materiali necessari per costruire il Presepe e quindi dovette trovare un modo alternativo per creare la scenografia e riempire la scena.
Questi credo siano stati gli anni più belli ed intensi di nostro Padre dal punto di vista della creatività nel suo hobby preferito, poiché sebbene stanco e provato dal lavoro, il Dr. Mariano Pieroni, non Architetto né artigiano di professione, di rientro il tardo pomeriggio dalle Officine Galileo, una volta rincasato si tuffava anima e corpo sulla lavorazione di un pezzetto di legno lasciato, la sera prima, sulla sua scrivania.
Era il tempo in cui non c’era giorno che rientrando in casa non avesse sotto il braccio o in un sacchetto, un listello, una tavoletta di compensato od un profilato di balsa e canticchiando a labbra strette si rimetteva subito a lavorare.
Quella di lavorare un “pezzettino di legno” era una vera passione. I suoi primi Velieri, dai Vascelli piccoli, poi sempre più grandi, fino alla costruzione della “Santa Maria”, aveva inizio con l’ausilio del solo progetto su carta, le fotocopie per ingrandire o diminuirne la scala per poi cominciare a fare la lista del materiale occorrente per la sua costruzione.
Il passaggio quindi dai velieri al presepe fu per uno come lui abbastanza banale poiché alla fine si trattava di lavorare sempre lo stesso materiale. Il legno.
Dopo la realizzazione dei primi presepi in cui espose le nuove costruzioni, ossia le casette inventate, ricordo che cominciò a fantasticare sulla realizzazione di qualcosa di più complicato.
Palazzo Davanzati credo che sia stato una tra le primissime costruzioni, forse dopo una torre o lo spaccato di Piazza S.S. Annunziata e a cui ha dedicato molto tempo e passione cercando di restituire in tutto e per tutto il l’originale.
Ma non lo amava molto solo perché “Ho sbagliato la scala…mannaggia…E’ troppo grande rispetto al resto..”
A quell’epoca Mariano, che non era un tecnico, Architetto o Geometra e neppure un artigiano, non potendo ovviamente far affidamento alle tecniche di oggi – niente cellulari e niente internet – lui, laureato in Economia e Commercio, dovette inventarsi un modo per restituire una scala e delle proporzioni alla sue riproduzioni.
Dai suoi racconti so che avendo a disposizione solo una macchina fotografica, lapis e fogli, e non potendo mettersi a misurare con la rotella la base delle facciate dei palazzi o delle chiese, (non lo riteneva evidentemente “opportuno”) aveva adottato come unità di misura il suo “passo stanco”, che consisteva nel contare i passi, camminando lentamente, sotto la facciata principale della sua prossima “preda”.
Una volta trascritto il numero dei passi, conoscendone l’effettiva misura (circa 90 cm), sviluppava le fotografie che aveva scattato e, tavoletta di compensato alla mano, cominciava l’estenuante tentativo di dare forma direttamente sulla tavoletta di compensato della facciata principale.
E’ così che nascono i suoi modelli qui esposti e che ha costruito grazie a quel passo stanco, ad una tavoletta di compensato, seghetto ad arco, carta vetrata, morsetti, vinavil, ed il das per creare i primi coppi etc etc etc.
Mi piace immaginarlo adesso per un secondo sotto Palazzo Vecchio con le mani conserte dietro la schiena.. oppure sotto la Chiesa di Santo Spirito.
Come si faceva negli anni ’80 senza internet e Google Earth e senza pubblicazioni a portata di mano, a sapere come erano fatte le coperture degli edifici?
Facile. Credo che Mariano molte persone che abitano agli ultimi piani dei palazzi attorno a queste costruzioni, lo abbiano conosciuto di persona e forse, se stanno leggendo la storia di questo Presepe, si ricorderanno ora di lui.
Papà suonava ai campanelli dell’ultimo piano dei palazzi antistanti il suo lavoro in corso.
- “Mi scusi il disturbo. Mi chiamo Mariano Pieroni e sto costruendo un modellino di palazzo dell’Arte della Lana. Il problema è che non so come sia fatto il tetto. Posso chiederle la cortesia di affacciarmi dalle sue finestre così da guardare come è fatto e fare qualche fotografia?”
E’ evidente che se questi modelli sono stati terminati, le risposte ricevute siano probabilmente state queste:
- “Ma certo, salga”; “Le apro. Ultimo piano.”; “Certamente! venga su ”; “Le apro il portone”;
- “Ma certo, venga pure, la faccio accompagnare”: Il Colonnello del Distretto Militare di Santo Spirito;
- “Ma certo, può venire il tal giorno alla tal ora”: L’ufficio tecnico di Palazzo Vecchio.
Quando partiva per queste sue avventure portava sempre con se un book fotografico del suo Presepe per mostrarlo a chi forse lo avrebbe ospitato in casa per qualche istante anche per cercare di rassicurare sulle sue nobili intenzioni e poi mi raccontava di chi gli aveva offerto il caffè, chi un bicchiere di vino etc e le conoscenze interessanti e le chiacchiere che aveva fatto.
I personaggi del Presepe provengono tutti da Napoli. Era abitudine di nostro Padre, quando frequentava durante l’estate le zone di Terracina e Gaeta, di andare con nostra Madre a Napoli, per trovare alcuni parenti e per andare a cercare i personaggi da aggiungere ogni anno al nuovo Presepe.
Oggi Papà è giunta l’ora di far conoscere ciò che hai creato con le tue mani.
Filippo ed Alessandra
Famiglia Pieroni,
Famiglia Nencioni,
Famiglia Marinelli,
Il Gruppo di lavoro
Mariano da Terracina
Adepti