Caro direttore,
le scrivo perché nel mio cuore c’è il desiderio di difendere i giovani che ogni giorno sono vittime e oggetto di chi ha nella mente solo il desiderio del guadagno e per raggiungerlo sono disposti ad utilizzare ogni mezzo. Lo confesso, so di essere a volte rigido in alcuni aspetti: mi piace la pulizia, l’ordine, il rispetto delle cose comuni, non sopporto che i cani vengano lasciati sciolti e che rendono le belle piazze e strade di Firenze in luoghi dove bisogna tenere gli occhi bassi e così non poterci godere le bellezze artistiche o un bel cielo azzurro o stellato… ma credo anche di avere un grande rispetto per la dignità di ogni essere umano anche quando sbaglia ma non ha l’arroganza di dire «posso fare tutto quello che voglio e nessuno me lo deve impedire». Sì, voglio difendere i giovani, i giovani che sbagliano ma che hanno il coraggio di riconoscere i propri errori dopo che è passata l’ebbrezza dell’alcol, i giovani che non hanno più punti di riferimento e a volte cercano la pace del chiostro per parlare con un sacerdote e sfatare il testo della canzone di Celentano «neanche un prete per chiacchierare…». Di questo hanno bisogno i giovani di qualcuno che li rispetti, li ascolti e non gli faccia pesare gli errori, ma solo aiutarli a riconoscerli per cambiare vita. È vero, mi è dispiaciuto che il bambinello del presepe sul sagrato di Santo Spirito non sia arrivato all’Epifania, ma ho gioito per il fatto che abbiamo perso un bambinello, ma è stata ripescata un’anima dal torbido che gira attorno a noi, da quel «fango sociale» che fa affermare che «per colpa di un cretino venga chiuso un locale…». Non ce l’ho con nessuno, anche perché non conosco le persone in questione, ma un appello desidero farlo a nome dei giovani e delle loro famiglie: smettiamola di usare i giovani per gli interessi personali. Papa Francesco, il Papa che definisco essere ormai sulla bocca di tutti con tante strumentalizzazioni e spesso non ascoltato nella sua profondità, nel videomessaggio inviato in occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà in Panama dal 22 al 27 gennaio, riprendendo il Sì coraggioso e generoso della Vergine Maria, richiama la necessità di uscire da se stessi per mettersi al servizio degli altri, perché la nostra vita trova significato solo nel servizio a Dio e al prossimo. Molti giovani, dice sempre il Papa, credenti o non credenti, hanno il desiderio di fare qualcosa per gli altri, in modo particolare per coloro che soffrono. E questa è la forza dei giovani, quella che può cambiare il mondo. E a questo punto arriva l’espressione forte: questa è la rivoluzione che può sconfiggere i «poteri forti» di questa terra: la «rivoluzione» del servizio. Questa espressione di Papa Francesco mi ha fatto rabbrividire e nello stesso tempo riempito il cuore di tanta speranza. I giovani con la loro generosità possono sconfiggere i poteri forti del nostro mondo, ma devono essere attenti a non lasciarsi plagiare, addormentare dall’alcool, dalla droga o da ogni tipo di dipendenza che li distrugge e li porta a distruggere. Caro direttore, se il suo giornale, ogni giorno riuscisse a dire questo ai giovani, riuscisse a denunciare tutto ciò che provoca la loro morte, farebbe un grande servizio, perché li aiuterebbe a sconfiggere i poteri forti e a non diventarne schiavi. Le dico con sincerità che non mi sento un «bravo» o «buono» perché non ho denunciato un giovane che ha portato via il bambinello, ma mi sentirei tale se un giorno riuscissi ad imbattermi e denunciare qualcuno che provoca la sua morte. Qualche pomeriggio fa un giovane mi diceva: «Ormai niente è duraturo, ci propongono sempre cose nuove e diverse, bisogna sempre provare nuove emozioni…». E allora questa volta l’appello lo rivolgo direttamente ai giovani utilizzando sempre le parole del Papa nel suo messaggio già citato: «Cari giovani, abbiate il coraggio di entrare ciascuno nel proprio intimo e chiedere a Dio: che cosa vuoi da me? Lasciate che il Signore vi parli, e vedrete la vostra vita trasformarsi e riempirsi di gioia».
Padre Giuseppe Pagano, OSA
Priore del Convento di Santo Spirito, Firenze
Pubblicata su Corriere Fiorentino del 19 gennaio 2019