Questa mattina il Corriere Fiorentino ha pubblicato una lettera del Priore Padre Giuseppe Pagano sulla situazione del Sagrato dove la malamovida è tornata a farla da protagonista come se nulla fosse stato.
Carissimo direttore, mi permetto di disturbarla per condividere con lei una riflessione e porre anche qualche domanda.
Credo che abbiamo vissuto in questi ultimi mesi un periodo non facile. Abbiamo rinunciato ai nostri impegni, al nostro lavoro quotidiano, ai nostri interessi…E credo che lo abbiamo fatto volentieri spinti dal desiderio di affrontare un male che minacciava la nostra società a livello mondiale.Anche noi come come sacerdoti, come comunità ecclesiali, guidati dai nostri pastori, abbiamo obbedito volentieri proprio perchè abbiamo pensato al bene e alla salute di tutti.Abbiamo sofferto, pianto per quello che hanno subito tanti nostri fratelli e sorelle, soprattutto anziani, perchè la vita è sempre vita: a 30 anni ma anche a 70. Certe immagini ancora non si dimenticano. Molti di noi abbiamo avuto amici, famliari… che hanno perso la vita o che l’hanno rischiata. E ora ci stiamo aprendo, ma non con spavalderia perchè siamo consapevoli che dobbiamo essere ancora purdenti. Abbiamo riaperto le nostre chiese per le celebrazioni e lo stiamo facendo rispettando tutte le norme fino a correre il rischio di diventare ossessivi e richiamiamo i nostri fedeli fino alla noia perchè tengano bene la mascherina, perchè mantengano le distanze, entrino ed escano utilizzando le porte giuste, che rispettino bene tutto il momento di ricevere la comunione, momento diventato abbastanza complicato: tenere la mascherina, abbassarla solo nel momento di mettere in bocca l’ostia e rialzarla subito… rinunciare al canto perchè non è certamente possibile cantare con la mascherina davanti… Insomma un bel da fare. Ma lo si fa volentieri… per non pensare poi alla igienizzazione di tutto ciò che è in chiesa, con l’attenzione alle opere d’arte. E tutto questo perché? Per salvaguardare la nostra salute. Perché nessuno di noi vuole essere responsabile di un eventuale contagio dell’altro. Ed è bello vedere la gente che arriva in chiesa per la Messa anche con questo desiderio di rispetto e carità. Certo, qualche mente eccelsa ha anche detto che è meglio non celebrare piuttosto che farlo in questo modo. A parer mio invece è fonte di grande gioia anche se non possiamo guardarci nei volti, ma ci siamo, siamo insieme, facciamo comunione, facciamo chiesa e credo che abbiamo dato e stiamo dando un grande esempio di civiltà e di rispetto di quello che ci viene chiesto e se in qualche cosa dovessimo mancare non è certo per negligenza, ma perchè non è facile essere così “osservanti” di tutte le prescrizioni direi quasi “farisaiche” per usare un linguaggio evangelico. Ma ce la mettiamo tutta.Però ho delle domande che voglio porre a lei direttore, ma anche ai lettori. Son convinto che la maggior parte dei cittadini hanno il desiderio di osservare il protocollo di comporamento, però, ahimè, veniamo a conoscenza di sindaci e governatori che lamentano che molta gente è in giro a consumare spritz senza osservare le miure di sicurezza, insoma c’è troppa movida, per utilizzare un linguaggio che conosciamo tutti. E le autorità civili minacciano: se continua così richiudiamo tutto. Ma io mi domando, perchè dobbiamo minacciare di chiudere tutto e non ci impegniamo invece ad abbattere la movida? Perchè non abbattiamo lo spaccio? Perchè non sconfiggiamo l’uso eccessivo di alcool?Se le problematiche sorgono da una certa ora in poi, non si potrebbe cominciare a cambiare stile di vita proprio partendo dal desiderio di salvaguardare la salute di tutti?E se ci sono certi gruppi che vogliono tenerci sotto scacco, non sarebbe ora di smascherarli anche se si dovesse trattare di figli della crema della nostra società? Uno stato, una città, un quartiere che dovesse essere costretto a vivere nella paura di far rispettare le leggi perchè altrimenti si può generare violenza, non può definirsi uno stato di diritto, tanto meno libero. Certo questo si può fare attraverso il dialogo. Ma chi semina morte attraverso la droga, l’alcool, il degrado, la libertà di scrivere ogni cosa sui beni comuni…. vuole il dialogo? offre uno spiraglio di desiderare di rispettare gli altri? O accampa solo il diritto di voler fare tutto quello che vuole in nome di una libertà? E tutto questo non è più grave se si trova in chi ideologizza questo comportamento e allo stesso tempo si ritrova a rappresentare i cittadini in una amministrazione? Carissimo direttore, mi sono permesso di scriverle perchè a parer mio è arrivato il momento, proprio perchè spinti da una situazione di emergenza, che ognuno di noi faccia il proprio dovere, ognuno nel propio piccolo, secondo le propire resposnabilità. Ognuno pensi quello che vuole, ma non accetterò mai di subire che un gruppo di giovani si ritrovino ammucchiati sul sagrato di Santo Spirito, o davanti al portone del convento o dovunque sia, soprattutto in questo tempo nel quale siamo chiamati a rispettare delle precauzioni per il bene di tutti. Se poi bisogna subire uno “status” di anarchia è bene che ce lo diciamo perchè allora è necessario o “rassegnarsi” o non so cosa… Personalmente sono per affrontare i problemi e risolverli.
Padre Giuseppe Pagano, OSA
Priore di Santo Spirito