Siamo lieti, con il permesso del nostro superiore generale, P. Alejandro Moral Antòn, di pubblicare la sua omelia della celebrazione eucaristica del 27 settembre 2020, con la quale si sono concluse le due settimane dedicate ai venti anni del ritorno del Crocifisso di Michelangelo nella nostra sacrestia di Santo Spirito. Un’occasione ideale per meditare sul dono dell’Incarnazione, interpretato così bene dal genio di Michelangelo.
OMELIA DEL PADRE GENERALE DELL’ORDINE DI S. AGOSTINOPadre Alejandro Moral Antòn
BASILICA SANTO SPIRITO – FIRENZE
(27 settembre 2020)
Sempre mi sono sentito attratto da questo testo della lettera ai Filippesi (2,6-11) che il lettore ha messo in atto leggendolo per noi.
Si tratta secondo i biblisti di un inno cristologico che riasume in pochi versetti tutta la vita de Gesù e Il messaggio centrale è l’umilta. Paolo sta cercando di far capire ai membri di questa comunità di FilippI che “non devono fare nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di noi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso”.
Allora prende l’esempio di Gesù Cristo “il quale pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce...” (Fil. 2,6-8).
Una delle eresie più ripetute in differenti modi nei primi secoli della fede era se Gesù fosse stato vero uomo o meno. Risulta difficile accettare che Dio possa diventare uomo, ancora di più schiavo, come dice S. Paolo… ed è ancora più incomprensibile per la mente umana che l’amore di Dio sia così grande e pazzesco per noi fino al punto di morire su una croce.
Michelangelo è riuscito a capire, guidato dai testi biblici (chissà quante volte ha letto la Scrittura, cosa che noi oggi rifiutiamo), la bellezza dell’incarnazione di Dio e la bellezza del suo amore. Possiamo dire che il crocifisso di Michelangelo rivela due aspetti della bellezza infinita, della bellezza sempre antica e sempre nuova che è Dio.
La prima è la Verità dell’Incarnazione di Dio. Il regalo più meraviglioso di Dio agli uomini, è stato l’Incarnazione del suo Figlio, la nascita di Gesù, la sua vita e la sua morte. Gesù si è fatto uomo veramente. Michelangelo l’ha scolpito sottolineando proprio la sua umanità, con un corpo carnale che attira la nostra attenzione e ci aiuta a capire la belleza dell’uomo creato a immagine di Dio. E poi, nel crocifisso riusciamo a vivere l’aspetto piu umano di ogni persona, cioè: il passaggio da questo mondo all’immenso amore di Dio, cosa che tutti gli uomini sperimenteremo nel giorno della risurrezzione all’amore di Dio, o come noi diciamo il giorno della nostra morte. Davanti questo Gesù crocifisso tutti contempliamo e ammiriamo la bellezza del Verbo Incarnato e allora un lampo di luce divina infiamma la nostra anima per farci godere del Signore della vita che ha creato la bellezza degli esseri umani: uomo e donna.
Lo scultore ha creato questa meravigliosa opera d’arte che è Gesù sulla croce perché ha voluto farci capire che questo è stato il momento più grande dell’amore di Dio verso di noi. Lui, il genio delle forme artistiche, sempre ha tentato di farci capire le caratteristiche che identificano le persone che ha scolpite. L’identità di Dio risulta molto difficile ridurla a una parola ma se dovessimo farlo sicuramente eleggeremo la parola AMORE. Gesù sulla croce consegnando la sua vita per noi è il segno più profondo dell’amore di Dio. Contemplando questa opera d’arte io sento dentro di me questo amore ilimitato, infinito, inenarrabile di Dio. Michelangelo mi fa arrivare alla vita che come persona io cerco, mi fa arrivare a Dio in modo di dire: Tardi ti ho conosciuto, tardi ti amai, ero perduto ma ora sono accanto a te e in te posso godere della felicità che sei tu, dell’amore che se tu, della Bontà che sei tu, della vita che sei tu…
Contemplando le opere di questo autore scopro la bellezza fisica che mi porta a quella divina. Nel crocifisso la Bellezza si identifica con l’Amore. È l’Amore l’elemento che rinnova tutte le cose fisiche, materiali e spirituali. È la bellezza dell’amore che fa rinascere il nostro cuore, che ci dà la vita, che cambia il mondo.
In questa scultura troviamo l’essenza di Dio, se così possiamo parlare: il Verum (Dio si rivela in Gesù, suo Figlio, come lui è). Gesù dunque è la Verità e le sue parole saranno “Verità e Vita”. Ma si rivela anche l’Amore. La morte di Gesù è il gesto più amoroso che Dio puo regalarci. L’Incanazione e la vita di Gesù trovano nella croce il vero senso di quello che lui è venuto a darci: una vita nuova. E lo fa con il gesto di Amore più grande. Contemplando la croce e Gesù su di essa, possiamo contemplare l’amore vero, e questa è anche la Bellezza che tutti cerchiamo.
Contemplando questa opera d’arte io posso capire la verità di Dio, il suo Amore e la sua Bellezza. Questo è il genio di Michelangelo che ha attirato tanta gente per fargli capire che senza la verità, l’amore e la bellezza risulterà impossibile creae qualcosa di nuovo. Senza l’amore di Dio per noi e il nostro verso di Lui le nostre vite sono come quelle che guardano il crocifisso e non sentono né vedono l’annuncio della vita e dell’amore.
Oggi io vorrei recitare le parole delle Confessioni di Sant’Agostino presso questo Cristo (parole che Sant’Agostino rivolse a Dio):
Tardi ti amai,
Bellezza tanto antica e così nuova,
tardi ti amai.
Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori.
Lì ti cercavo.
Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature.
Eri con me, e non ero con te.
Mi tenevano lontano da te le tue creature,
inesistenti se non esistessero in te.
Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità;
balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità;
diffondesti la tua fragranza,
e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete;
mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace.
AMEN!!!!
Sia benedetto il nome del Signore!
P. Alejandro Moral Antón
Priore Generale, OSA