Già da giovane seminarista, risale il mio primo incontro con Padre Prospero. La sua simpatia, il suo humor, la sua capacità di tenere allegra la compagnia di noi ragazzi, mi colpiva profondamente. E poi nel 1983, come giovane studente di teologia, ho vissuto con lui per quattro anni nel Collegio Internazionale di Santa Monica ed ho avuto la gioia di averlo come insegnante di diversi corsi su San Paolo e San Giovanni. Le sue lezioni erano delle lezioni di vita. Pur con tutta la sua grande cultura, si percepiva che ogni lezione era ben preparata e trasmessa con il desiderio di lasciare a noi giovani qualcosa che non fosse solo cultura fine a se stessa, ma elementi che potessero essere utili per la nostra vita consacrata e sacerdotale e ovviamente anche pastorale. Divertenti erano le lezioni perché non mancavano mai le battute, ma senza mai perdere quella professionalità che traspariva soprattutto al momento degli esami, infatti pur essendoci con lui tanta confidenza, nell’esame era molto esigente e manteneva quella giusta distanza che ovviamente diventava il segno che quello era un momento serio e di grande utilità per la tua vita, una vita che si preparava a dare un sì definitivo al Signore sia per la vita consacrata che quella sacerdotale. Per noi giovani era un professore di livello, un bravo predicatore quando presiedeva le celebrazioni e come confratello.
Dopo qualche anno, ormai io maturo sacerdote, me lo sono ritrovato ancora come professore nella specializzazione della Patrologia. Ho fatto tutti i suoi corsi, non potevo perderli. Lo dico con molta schiettezza e senza togliere nulla ad altri bravi e grandi professori che ho avuto: per me è stato il miglior insegnante che ho avuto e ancora oggi nelle mie omelie i suoi insegnamenti sono ancora un filo rosso.
Quando Benedetto XVI ha preso la decisione di farlo cardinale, non mi ha sorpreso perché era una scelta che prima o poi doveva avvenire, perché Padre Prospero è stato un grande trasmettitore di fede attraverso l’insegnamento della Sacra Scrittura, fedele al magistero ma aperto nell’esprimere novità di pensiero che potevano aiutare allo sviluppo del pensiero teologico e scritturistico. Le sfide non lo intimorivano. Ed è stato bello che da Cardinale non ha voluto lasciare la comunità agostiniana, ma ha continuato ad amarla ea ad interessarsi della vita dell’ordine.
Un ultimo ricordo e pensiero: commovente era il suo interesse per la vita monastica femminile e si interessava della vita delle monache, ed un particolare interesse aveva per le più giovani che per lui hanno sempre avuto una grande ammirazione.
Caro Padre Prospero, la tua simpatia e la tua fede profonda rimarranno sempre impresse nel mio cammino di consacrato e di sacerdote. Grazie per quello che mi hai insegnato!
Padre Giuseppe Pagano, OSA
Priore della Comunità Agostiniana di Santo Spirito in Firenze